“Gli attimi più difficili sono stati quelli di non avere più certezza di rivedere mio figlio”. Lo ha detto Pino, il padre del 15enne rapito ieri a San Giorgio a Cremano (NAPOLI) e poi rilasciato dopo alcune ore. “Si combatteva con questa continua pressione, la richiesta immediata di avere soldi, di incontrarmi, di dovermi liberare dalla Polizia”, ha raccontato l’imprenditore. Momenti di angoscia vissuti durante il sequestro lampo del figlio 15enne, rapito ieri mattina nei pressi della loro abitazione.
“Ed essendo da sempre una persona sincera, anche in quella situazione, ho scelto di dire la verità: cioè che ero dalla Polizia che non mi avrebbe mai lasciato andare e fare cose di testa mia”, le sue parole.
Chi ha agito sapeva perfettamente come muoversi. Conosceva le nostre abitudini, sapeva dove si trovava mio figlio e a che ora”, ha dichiarato Pino. Un dettaglio importante emerge, infatti, dall’inchiesta: il 24enne arrestato con l’accusa di essere il “carceriere” del ragazzo sarebbe una vecchia conoscenza della famiglia. “Aveva lavorato saltuariamente nel nostro autolavaggio. È una persona del quartiere”, ha spiegato l’imprenditore, lasciando intendere che il legame di conoscenza abbia facilitato l’azione criminale.
Ieri sera, padre e figlio sono stati ascoltati dagli investigatori in Questura, accompagnati dal legale di fiducia, l’avvocato Michele Rullo. Intanto le indagini proseguono per chiarire ogni dettaglio del sequestro e individuare eventuali complici.