Quaranta defezioni dal 2021 a oggi, più di 20 nel solo ultimo anno: i numeri del servizio salvavita del 118, a Napoli, sono avvilenti. Grave anche la situazione al Cardarelli, dove in Pronto Soccorso ci sono solamente 19 unità in trincea, rispetto alle 35 dello scorso anno e alle 40 che dovrebbe avere per un funzionamento ottimale. Pensionamenti, fughe, pochi rimpiazzi: la prima linea del più grande pronto soccorso della Campania è un colabrodo e non sembra esserci modo di rimediare. In eterno affanno la prima linea del San Paolo, da tre anni alle prese con carenze profonde, come anche quella dell’Ospedale del Mare, con una ventina di camici bianchi in trincea di cui una buona metà in prestito da altri reparti.
Restano vani i tentativi dell’ASL Napoli 1 di rianimare il pronto soccorso del San Giovanni Bosco: l’ultima nota della direzione generale rende nota la volontà di provare a riorganizzare il tutto entro settembre, ma a meno di una settimana dalla fine del mese la tempistica sembra più che altro utopia. Fermo tutto anche al Loreto Mare, nonostante il piano tracciato nel atto aziendale. L’unico presidio che sembrerebbe tenere è il Pellegrini, nonostante nell’ultimo anno abbia visto andare via due medici con altri due in avvio verso la pensione. Agguerrita e inarrestabile, in questo triste momento storico, la battaglia delle rappresentanze sindacali, che denunciano il progressivo peggioramento della condizione lavorativa e una drammatica gestione assistenziale, tra mortificazioni professionale ed economiche e condizioni precarie e poco umanizzate.
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