Il tema della stabilizzazione dei precari nel mondo della sanità pubblica è uno dei temi su cui la Funzione Pubblica della CISL si sta battendo con maggiore foga, in regione. L’ultima stoccata della Funzione Pubblica in merito è stata quella del segretario regionale Lorenzo Medici: “Altro che autonomia differenziata, in Campania siamo già alla secessione“.
La stoccata della Funzione Pubblica
Dopo il licenziamento dei precari dall’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, il leader della Funzione Pubblica regionale della CISL, Lorenzo Medici, ha pronunciato parole durissime. “Nella sanità campana siamo già alla secessione, altro che autonomia differenziata!”. La scelta di non rinnovare il contratto al personale precario è stata una decisione inspiegabile, per Medici, scelta contro la quale bisogna subito correre ai ripari.
“Il fatto che la direzione sostenga che i licenziati fossero stati reclutati esclusivamente nelle more del perfezionamento della procedura concorsuale”, continua Medici, “non giustifica un atto assunto in dispregio ad una posizione espressa dall’istituzione superiore. La soluzione da adottare è chiara: la CISL non parla di reintegro, esprime apprezzamento per aver proceduto rapidamente a chiamare in servizio i vincitori, ma chiede anche il rispetto del percorso di stabilizzazione indicato dalla legge, inserendo gli stessi, che hanno maturato i requisiti, ivi compresi quelli che non sono in servizio, nella fase 2 di assunzione a tempo indeterminato”.
Definiti eroi da tutti durante l’emergenza Covid, ora i sanitari si trovano troppo spesso al centro dell’attenzione pubblica per episodi simili. “Non possono subire anche l’onta di vedersi negare un diritto stabilito da una norma dello Stato”, insiste Medici. “Né si può continuare a rischiare di apparire ridicoli agli occhi del paese, come sta succedendo agli uffici della Giunta regionale che si occupano del settore, con circolari indicative anziché imperative, che producono, come abbiamo più volte denunciato, una diversificazione interpretativa tra le varie aziende sanitarie. Siamo di nuovo al danno e alla beffa nella sanità campana. E’ davvero troppo”.
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