Riconosciuto colpevole dell’omicidio di Giovanbattista Cutolo, era stato condannato con sentenza emessa il 19 marzo, a 20 anni di reclusione con il rito abbreviato.
Il giovane dei quartieri spagnoli non ha impugnato la sentenza divenuta ora definitiva.
Giustizia fatta ma in parte, così come dichiara la madre del giovane musicista assassinato.
La pena, al netto dello sconto garantito dall’abbreviato, potrà ulteriormente ridursi secondo quanto previsto dalla riforma Cartabia, nella parte in cui si prevede il beneficio quando l’imputato rinuncia all’appello.
L’assassino potrebbe uscire molto prima del previsto
Nella sostanza per il giovanissimo assassino di Cutolo, siamo passati dai 30 anni di detenzione, pena massima per un minore, ai 20 anni dello scorso marzo, ridotti a 17 causa rito abbreviato senza appello.
Ma lo sconto inizialmente di un terzo della pena, potrebbe non fermarsi qui, il riconoscimento della buona condotta nel corso della detenzione, la legge Gozzini, potrebbe portar via altri 3 o 4 anni.
In fin dei conti l’assassino di Giogiò potrebbe uscire alla soglia dei 30 anni.
“L’ho presa male”, commenta a caldo Daniela di Maggio ai microfoni del TG1, pochi minuti dopo la sentenza, “Neanche 40 anni possono essere una pena giusta rispetto a quello che ha fatto. Perchè mio figlio deve stare in un barattolo, ridotto in polvere, non considerato da nessuno e il suo carnefice tutelato dalla giustizia e riabilitato?”. Parole forti che lasciano trasparire tutta l’amarezza legata ai recenti sviluppi del processo.
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