Le cose non vanno, in Italia. Sono ancora tante, troppe le donne vittime della violenza e dei soprusi dei propri compagni ed ex tali che, con una scusa o con un’altra, giustificano i loro comportamenti aberranti. Stalking, atteggiamenti ossessivi e manipolatori, abusi e intromissioni. A Sant’Antimo, nel comune partenopeo che quest’anno ha già pianto Giulia Tramontano – uccisa a Senago, nel milanese, mentre era incinta dal suo compagno dal quale stava cercando di separarsi – e Maria Brigida Pesacane – freddata assieme al cognato Luigi Cammisa dal suocero di entrambi, Luigi Cammisa – si è sfiorato un nuovo femminicidio. Al centro dei fatti, ancora una volta, un uomo violento e prepotente; vittima, una donna colpevole solamente di aver tentato di riappropriarsi della propria vita.

Lei lo aveva ufficialmente lasciato: il motivo, proprio il suo carattere violento. Per dodici anni la donna aveva scelto di guardare altrove, ma alla fine il peso dei maltrattamenti è stato troppo e la reazione è stata quella di agire e reagire. L’addio, però, non è andato giù all’uomo che ha deciso di vendicarsi per il torto subito. La luce a un certo punto va via, nell’abitazione della donna, che però non dà inizialmente peso alla cosa: può capitare. Dopo un attimo, però, sente armeggiare vicino la finestra e, quando intravede una sagoma scura sul balcone, collega i puntini. La corsa al telefono, la chiamata terrorizzata al 112. Il pronto intervento dei Carabinieri, per fortuna, è riuscito a evitare il peggio. Fermato dai militari e portato in carcere a Poggioreale, l’uomo è ora in attesa della decisione della magistratura.

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