Il SUGC, Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania, si costituirà parte civile nel processo agli aggressori di Mimmo Rubio, il giornalista sotto scorta da due anni che ha subito minacce e intimidazioni da parte del clan della 167 di Arzano.
Le difficoltà in Campania
“La situazione in Campania è molto complessa. Basti pensare che tra la provincia di Caserta e quella di Napoli ci sono ben cinque giornalisti costretti a vivere sotto scorta armata“, ha fatto sapere Claudio Silvestri, segretario del Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania. Secondo Silvestri, è evidente come servano “interventi forti da parte delle istituzioni, soprattutto in alcuni territori che soffrono più di altri per la pressione della malavita organizzata”.
“Sono episodi del 2018, anche precedenti a quando è scattata la scorta”, ha spiegato Mimmo Rubio, che ricorda essere stata predisposta nei suoi confronti nel 2020, durante il lockdown. Territori difficili, in cuiil giornalista continuava e continua a lavorare. “Denunciavo la camorra locale, dai circoli ricreativi in cui si riciclava il denaro sporco ai fuochi d’artificio”.
Colpire i giornalisti per impedire alla comunità di informarsi
Ha espresso solidarietà a Mimmo Rubio anche la Federazione nazionale della Stampa. La necessità, per il presidente della Federazione nazionale Giuseppe Giulietti, è quella di “assicurare la nostra presenza in aula e non lasciare soli cronisti e croniste in aula con chi li ha minacciati”, anche per difendere l’articolo 21 della Costituzione: “Colpiscono i giornalisti per impedire alla comunità di essere informata”, ha sottolineato Giulietti.
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