“Io vengo a scuola guida per imparare”, scrive una donna. “Come vuole, sta perdendo una grande possibilità”, è la risposta insistente di un istruttore. “Eri lucida, sennà mica l’avremmo fatto”, ammicca qualcun altro in una seconda chat. “Mi sa che ti stai sbagliando”, replica la protagonista di questo secondo scambio: “Non ero lucida, non riuscivo a respirare”. Sono chat senza filtri, quelle stampate e affisse su diversi muri della città di Napoli. Stampe apparentemente anonime, che raccontano storie di abusi e molestie che non fanno nomi né citano protagonisti, e che così facendo mettono nero su bianco episodi di vita (sfortunatamente) vissuta da tantissime donne.
Non si conosce ancora l’identità della sfuggevole autrice – o autore – di queste stampe. Le istallazioni, però, si trovano in diverse aree del centro storico partenopeo, a suggerire un legame tra chi ha deciso l’istallazione di queste documentazioni e il cuore del capoluogo campano. Sull’originalità dei contenuti, anche lì si potrebbe speculare. Autentiche o no, però, le chat servono al loro scopo: chi si sofferma a leggerne i contenuti, impallidisce. La reazione di chi si avvicina è tendenzialmente sempre la stessa: ci si ferma per curiosità, si impallidisce, si fotografano le stampe. Un tuffo nella realtà duro, ma necessario, perché il tema degli abusi e delle molestie è ancora oggi tristemente attuale, eppure spesso ignorato.

Potrebbe interessarti: 17enne accoltellato a morte in cucina: lavorava alla giornata
Oppure: Giugliano, spari fuori al bar, ferito un uomo: forse una lite
Segui SiComunicazione su Google News