Domenica il ritrovamento del corpo dell’uomo all’interno della loro abitazione e il fermo della moglie, poi la confessione. La Procura, però, esprime dei dubbi: qualcosa non torna.
Natale rosso sangue
La situazione in casa non era più sostenibile, secondo lei, e per questo, a un certo punto, sarebbe scattata. Così Irma Forte, di 66 anni, avrebbe spiegato al GIP le ragioni che l’avrebbero spinta ad aggredire suo marito, Carlo Fucci, di 71 anni, fino a togliergli la vita. Un gesto dettato dalla disperazione e dall’insofferenza montate per anni, confermerebbero i legali della donna, che ieri nel corso dell’interrogatorio di garanzia avrebbe raccontato con grande lucidità i fatti di domenica.
“Ha ricostruito per bene quello che è successo”, ha spiegato l’avvocato Demetrio Rivellino, “almeno per quello che ricorda, perché in queste situazioni la memoria non è mai nitida. Ieri non era in grado, oggi per fortuna era un po’ meno confusa”. Durante l’interrrogatorio iniziale in caserma, con il PM Marco Gaeta, la donna si era avvalsa della facoltà di non rispondere.
Lo stato delle indagini
Per ora la donna è stata destinataria di una misura restrittiva all’interno dell’abitazione di alcuni parenti, in attesa che le indagini dei Carabinieri giungano al termine. Intanto, però, la Procura esprime alcuni dubbi sul caso: secondo il procuratore capo, Carlo Fucci, qualcosa non quadra. “La ricostruzione dei fatti è incompleta e ci sono aspetti della dinamica dell’omicidio e delle fasi successive non chiari”, ha dichiarato Fucci. “Deve considerarsi l’oggettiva alterazione dello stato dei luoghi prima che fossero informati dell’omicidio la Procura della Repubblica e i Carabinieri e, dunque, prima dell’intervento degli inquirenti sul luogo”, ha continuato il Procuratore, che ha sottolineato come anche il mancato rinvenimento dell’arma del delitto costituisca un grande punto interrogativo sul caso.
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