Tra le conseguenze della pandemia ancora in corso, il dato relativo alle iscrizioni presso le università italiane preoccupa. Sono gli atenei del centro e delle isole ad accusare le perdite maggiori: -4% i primi, -7 i secondi. In tutta Italia, sono diecimila nuovi studenti che mancano all’appello, quest’anno.
I dati del Ministero
A svelare il dato relativo al picco di assenze tra le matricole è stato il ministero dell’Università: una rilevazione non definitiva, ma significativa. Mentre nel gennaio del 2021 i dati forniti dalle Università italiane indicavano 317mila matricole, a fronte di 463mila neo diplomati, quest’anno i nuovi iscritti ai corsi di laurea disponibili presso le facoltà sono poco meno di 307mila, su un totale di 469mila studenti diplomati lo scorso luglio. I dati, come ha commentato la ministra Cristina messa, “fotografano una sostanziale tenuta delle immatricolazioni in relazione al fattore straordinario della pandemia”, nonostante la necessità di interventi mirati sul territorio per favorire una ripresa del sistema accademico italiano sia sempre più impellente.
Valutare gli investimenti
Il calo registrato all’inizio di questo anno accademico, purtroppo, segna la prima battuta di arresto di un trend virtuoso che stava coinvolgendo gli atenei di tutto il paese: dal 2014, infatti, le iscrizioni all’università erano in lenta risalita. “Questi dati”, ha continuato la ministra Messa, “possono essere utili come base per valutare, nei prossimi anni, gli effetti degli investimenti che stiamo facendo che consentiranno di dare nuova forza al diritto allo studio, con l’aumento di borse e residenze universitarie, oltre che grazie alla riforma del percorso universitario, sempre più interdisciplinare, e ad un nuovo modello di orientamento, più attento al benessere psicologico degli studenti, che li accompagni durante la carriera scolastica, accademica e lavorativa”.
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