Non più “Federico II” o “Palazzo Giusso”, ma “Al-Aqsa University” e “Dar-al-Dawa University”. Questi sono solo alcuni esempi dei nomi che si leggono, da questa mattina, sulle targhe all’esterno delle facoltà partenopee: nomi che si rifanno a quelli delle università della Striscia: tutte bombardate e rase al suolo da Israele. Così hanno protestato oggi studentesse e studenti del Collettivo ARGO. “Il genocidio a Gaza non è finito”, denunciano, “così come non sono finite l’apartheid e l’occupazione: non dobbiamo smettere di parlare di Palestina”.
Con l’affissione dei cartelli con i nomi delle università della striscia di Gaza, studentesse e studenti del collettivo che porta il nome della nave che fu degli Argonauti hanno voluto rimettere al centro della comunità Accademica la Palestina. “L’iniziativa di oggi ha per noi un forte portato politico e simbolico”, insistono. “Non dobbiamo lasciarci ingannare dalla ‘pax Trumpiana’, attraverso la quale il colonialismo d’insediamento israeliano assume forme se possibile ancora più striscianti ed inique. Noi affermiamo di volere una Palestina libera dal fiume al mare e questo sarà possibile solo garantendo ai palestinesi il principio di autodeterminazione dei popoli, appoggiandone la resistenza, colpendo chi anche in Italia è stato ed è tutt’ora complice del genocodio”, concludono.
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