“Il Vomero è a rischio crollo, ma noi le tasse le paghiamo: a che serve?”. È questo, in sostanza, il grido di sdegno lanciato ieri mattina da circa 200 residenti del quartiere collinare di Napoli dove, dallo scorso 21 febbraio, nessuno dorme più tranquillo.

La manifestazione dopo la voragine

Ammonta a diverse decine, il numero delle persone sfollate dal palazzo al civico 63 di via Morghen, quello a ridosso della voragine che si è aperta in strada e che ha inghiottito due automobili e un albero. Fuori dalle proprie abitazioni dall’inizio del mese scorso anche i residenti del civico 113 di via Solimena, a poca distanza dall’edificio che ha iniziato a vomitare acqua in strada in concomitanza con lo sprofondamento della vicina via Morghen.

C’è chi, tra i manifestanti di ieri, denuncia la mancanza di aiuti da parte delle istituzioni per la gestione della risistemazione, perché, in mancanza di alternative, si è dovuto spostare in B&B a pagamento e chi, ancora, racconta di aver sollecitato i controlli nella zona in passato senza veder arrivare nessuno. “Anni fa ho sollecitato municipalità e pompieri per controllare il muraglione”, le parole di un residente. “Ci dissero che c’era bisogno di manutenzione, ma non c’erano soldi”.

La vicinanza dei Verdi al Vomero

Alla disperazione e allo sdegno dei residenti, si è aggiunto anche il fermo disappunto dei Verdi. Alla manifestazione, infatti, hanno preso parte anche il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli e una delegazione di consiglieri di municipalità del partito. “Purtroppo crediamo che le due voragini aperte al Vomero siano solo la punta dell’iceberg”, la loro denuncia, auspicando la redazione di un piano regolatore del sottosuolo. Il fatto che non si siano ancora verificate delle vere tragedie, al momento, pare quindi un vero e proprio colpo di fortuna.

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