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Cadaveri tolti dalle bare, fatti a pezzi e bruciati per vendere loculi al cimitero: 3 in arresto

“Scene raccapriccianti”. Così il Gip del tribunale di Vibo Valentia ha definito le immagini riprese dagli uomini della Guardia di Finanza dopo mesi di appostamenti e indagini. Loculi svuotati, cadaveri fatti a pezzi o bruciati, gettati in sacchi di plastica e finiti probabilmente nei cassonetti dei rifiuti. Le azioni sono state ripetutamente compiute da tre persone che lavoravano nel cimitero di Tropea con l’obiettivo di liberare nuovi posti da vendere illecitamente. Finiti in manette Francesco Trecate di 62 anni, dipendente comunale, il figlio Salvatore (38), già noto alle forze dell’ordine, e Roberto Contartese (53), incensurato.

Azioni e accuse inquietanti

Per i tre ci sono accuse a vario titolo: associazione a delinquere , violazione di sepolcro, distruzione di cadavere, illecito smaltimento di rifiuti speciali cimiteriali e peculato. I cadaveri venivano sezionati con attrezzi ma anche a mani nude. Uno degli arrestati è stato ripreso mentre tiene in mano la testa di una donna, il cui corpo viene poi collocato in alcuni sacchi neri e portato via.

Tra gli arrestati c’è anche un “cittadino modello”

Francesco Trecate è lo zio dell’assessore comunale agli affari generali Greta Trecate. Nel settembre 2020 gli fu assegnato una benemerenza istituita dal Comune come riconoscimento a chi per professione, lavoro, studio e passione ha contribuito al bene collettivo ed al miglioramento della cittadina.

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