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Mory, salvato dalla tubercolosi dai medici del Policlinico Vanvitelli

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Era stato colpito da una grave tubercolosi, ma i medici del Policlinico Vanvitelli l’hanno salvato. Ecco la storia di Mory.

Salvato dalla tubercolosi dai medici del Policlinico Vanvitelli

Era arrivato in Italia dopo una vera e propria odissea, poi si era ammalato. A colpirlo, una grave forma di tubercolosi. Alla fine, la speranza e la rinascita. A salvare Mory, l’impegno delle équipes del Policlinico dell’Università “Luigi Vanvitelli” di Napoli. Un anno di cure, iniziate nel gennaio del 2022 e terminate a ridosso dell’Epifania 2023: un caso complesso e articolato, che ha visto la collaborazione della Clinica di Malattie Infettive diretta dal professor Nicola Coppola, della Chirurgia Toracica diretta dal professor Alfonso Fiorelli e della Clinica Ortopedica diretta dal professor Enrico Pola.

“L’uomo è arrivato da noi affetto da un forma diffusa di tubercolosi polmonare”, raccontano i sanitari. spiegano i clinici, “associata adun importante accumulo di pus e ad una gravissima spondilodiscite dorsale, chiamata Morbo di Pott, che causava una grave compressione del midollo“. Proprio a causa della malattia che a quel punto aveva raggiunto uno stadio particolarmente avanzato, Mory non riusciva quasi neppure a respirare, così come gli era altrettanto impossibile stare diritto e camminare. L’infezione, infatti, era sì partita dai polmoni ma aveva finito col divorargli parte della colonna vertebrale. “L’uomo aveva un crollo in cifosi della colonna toracica ed una paraparesi con un deficit degli arti inferiori“, spiegano i medici.

La gara di solidarietà e le cure

Per 12 mesi Mory è stato sottoposto da parte del team di malattie infettive ad un trattamento medico. Risolta l’infezione tubercolare è stato poi ricoverato presso il reparto di Ortopedia e, a ridosso dell’Epifania, si chirurghi hanno studiato e realizzato un intervento combinato di chirurgia Ortopedica e di Chirurgia toracica. Circa 12 ore di sala operatoria, per un intervento reso possibile anche dall’assistenza dello staff anestesiologico coordinato dalla professoressa Caterina Pace.

Due le fasi che hanno caratterizzato questo delicatissimo intervento. In un primo momento, l’équipe ortopedica è intervenuta sulla schiena di Mory, decomprimendo il midollo spinale e stabilizzando il rachide dorsale correggendo la cifosi. La seconda fase dell’operazione è servita invece, accedendo dal torace, a liberare finalmente il polmone e la colonna vertebrale dal pus creatosi a causa dell’infezione tubercolare. Poi, gli ortopedici hanno ricostruito per via anteriore la colonna vertebrale ormai completamente erosa dalla tubercolosi. È stato necessario sostituire quattro vertebre usando una speciale struttura espandibile in titanio.

Il decorso è andato per il meglio“, raccontano i sanitari, “grazie al grande lavoro di squadra e all’organizzazione messa in campo dalla Direzione Strategica della nostra Azienda Ospedaliera Universitaria”. Ora Mory riesce a respirare normalmente, può stare diritto in piedi e riesce già a fare i primi passi. Una rinascita che un anno fa sembrava impossibile, salutata con queste parole dal Direttore Generale, Ferdinando Russo: “La multidisciplinarietà e l’altissima specializzazione che contraddistingue le nostre unità operative, la capacità di coniugare al meglio l’anima universitaria a quella clinica, ci consente di offrire ai nostri utenti un’offerta assistenziale d’eccellenza“.

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