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Omicidio a Boscoreale, vendetta il presunto movente

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Emergono nuovi dettagli sull’omicidio di Pasquale Nappo, il diciottenne ucciso sabato notte a Boscoreale. Secondo gli inquirenti, non si sarebbe trattato di un delitto accidentale, ma di un vero e proprio regolamento di conti tra giovanissimi. A sparare – secondo la ricostruzione – sarebbero stati G.E., 18 anni, e A.B., 23. I due, dopo una lite e un’aggressione subita nei giorni precedenti, sarebbero tornati in piazza Pace armati di pistola. Volevano, dicono, solo “dare una lezione” al gruppo rivale. Ma uno dei colpi ha centrato al cuore Pasquale Nappo, operaio incensurato, uccidendolo sul colpo. Subito dopo il delitto, i due si sarebbero cambiati d’abito e diretti a Chiaia, nel cuore della movida napoletana. Un modo – ipotizzano gli investigatori – per mimetizzarsi tra la folla, e magari sviare le indagini.

Solo ore dopo, nella notte di domenica, si sono costituiti. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, confermano l’ipotesi della vendetta e allontanano quella del colpo partito per errore. Il pm Valentina Sincero e il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno stanno ora vagliando la confessione di G.E., che ha ammesso di aver sparato dal motorino guidato dal complice. Difesi dall’avvocato Mauro Porcelli, i due restano in carcere in attesa dell’interrogatorio di convalida. A Boscoreale, intanto, il dolore è ancora vivo: una comunità sconvolta piange un ragazzo di appena diciott’anni, ucciso per una lite trasformata in una tragica vendetta.

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