Il reddito di cittadinanza non sarà eliminato da un giorno all’altro, ma ci saranno dei cambiamenti graduali. Lo scopo del governo è risparmiare sul Rdc, per introdurre la possibilità di andare in pensione dopo 41 anni di contributi con un limite di età di 61 anni. Questa, almeno, è la proposta della Lega. Ecco come potrebbe cambiare il reddito di cittadinanza.
Come funzionerebbe il nuovo reddito di cittadinanza
Il reddito di cittadinanza non sarà più un sostegno a vita, ma avrà un limite di tempo così come accade con la Naspi. Inoltre, si perderà il diritto al reddito dopo un solo rifiuto del lavoro. Se non si trova lavoro dopo i primi 18 mesi, il reddito viene sospeso per 6 mesi, durante i quali la persona sarà inserita in appositi percorsi con la possibilità di seguire dei corsi di formazione.
Se dopo 6 mesi la persona è ancora senza lavoro potrà continuare a prendere il reddito di cittadinanza per altri 12 mesi, ma con una riduzione del 25%. Nel corso dei 12 mesi si continuerebbe a portare avanti un percorso di formazione. Se dopo questi ulteriori 12 mesi ancora non si è trovato un impiego, il reddito sarà di nuovo sospeso per sei mesi. Dopo questo periodo di tempo, potrà essere nuovamente richiesto, ma solo per altri 6 mesi e ottenendo solamente la metà della cifra iniziale.
Quota 102
Alla fine, queste eventuali limitazioni del Rdc, dovrebbero portare ad un risparmio di circa 3 miliardi, così afferma il sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Claudio Durigon. Altri soldi andrebbero risparmiati grazie ad appositi controlli che si pensa di spostare a livello comunale. Il sistema verrebbe quindi gestito dai singoli comuni e non più in modo centralizzato attraverso l’Inps. Questi tagli al reddito di cittadinanza, potrebbero permettere di introdurre Quota 102, cioè la proposta della Lega per avere la possibilità di andare in pensione dopo 41 anni di lavoro, con un limite di età di 61 anni.
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