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Rogo Venere degli Stracci, scarcerato Isaia: andrà in comunità

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Il sole stava sorgendo su Napoli, quando le fiamme stavano consumando la Venere degli Stracci allestita in piazza Municipio e da pochissimo inaugurata. Di lì a poco, nonostante l’intervento dei vigili del fuoco, della Venere sarebbe rimasta solo una carcassa di metallo annerito. Le ricerche del presunto autore del gesto avevano avuto rapidamente termine, portando all’arresto prima e alla condanna poi di Simone Isaia. Il clochard 33enne era stato ritenuto responsabile di aver innescato l’incendio e per questo, nonostante le parole dello stesso artista Michelangelo Pistoletto, che per lui aveva chiesto una pena lieve, aveva ricevuto una condanna a 4 anni di carcere.

Rinata dalle sue ceneri, la Venere è tornata il mese scorso a Napoli per volontà del maestro Pistoletto, che ha voluto regalarla alla città proprio come simbolo di rigenerazione e resilienza. E in uno strano parallelismo con l’opera d’arte che aveva contribuito a ridurre in cenere, anche Isaia si trova ora davanti a una svolta nel suo futuro. Lo scorso 4 aprile, la Corte di Appello aveva ridotto la sua pena a due anni e mezzo e ora ha disposto la sua scarcerazione, in favore di un inserimento all’interno della comunità di don Franco Esposito, al rione Sanità. Una nuova vita, un’esperienza che lo porterà a contatto con formatori ed ex giovani a rischio: una rinascita dalle sue ceneri, come quella della Venere degli Stracci. Un verdetto che, al netto di eventuali ricorsi in Cassazione, potrebbe dare al 33enne, affetto da problemi di natura psichica, una nuova chance.

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