Gli investigatori della Squadra Mobile di Caserta hanno accertato che l’arsenale sequestrato nell’aprile di un anno fa in un’azienda bufalina di Castel Volturno, nel Casertano, era riconducibile al clan camorristico Schiavone. Nascosti in alcuni bidoni interrati c’erano Kalashnikov, silenziatori e fucili a pompa: di qui l’arresto su ordine del Gip di Napoli del titolare del terreno, l’incensurato Pasquale Diana, e gli esponenti del clan responsabili dell’arsenale, cioè Carlo Del Vecchio, già detenuto al carcere di Sassari al 41bis, e il fratello Francesco, che fino al blitz di questa mattina della polizia era libero, così come Diana.
Le indagini della Dda
In particolare, gli investigatori della Squadra Mobile hanno scoperto che quelle armi erano riconducibili a elementi del clan Schiavone, in particolare del gruppo facente capo al boss Francesco Schiavone alias “Cicciariello”, cugino dell’omonimo e più noto “Sandokan”. Fondamentali per le indagini sono state le intercettazioni telefoniche e ambientali e le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia.
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