Un assalto in stile camorristico, nel cuore della notte a Cardito. Il bersaglio fu l’abitazione di un esponenente appartenente ad un clan rivale, colpita con almeno 22 proiettili di mitra e 5 di una pistola a tamburo. Per i fatti avvenuti lo scorso 5 marzo, finisce ora in manette un uomo, al quale la Polizia di Stato ha notificato un decreto di fermo emesso dalla DDA di Napoli.
Le indagini
Secondo quanto emerso dalle indagini della Squadra Mobile di Napoli (coordinata dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini) e dei commissariati di Afragola e Frattamaggiore, l’uomo sottoposto a fermo avrebbe fatto parte del commando entrato in azione insieme ad altri due soggetti ancora da identificare. Quella notte a Cardito, con l’ausilio di un’auto, risultata rubata, fu distrutto il cancello di un cortile di una abitazione appartenente ad un affiliato alla camorra, rivale di zona proprio del commando che ha agito. Successivamente, sono stati sparati almeno 22 colpi con un mitra e 5 con una pistola. L’obiettivo primario era sicuramente uccidere chi si trovasse all’interno del fabbricato, secondo gli inquirenti, senza nessuna distinzione. Solamente la presenza di vetri blindati ha evitato una vera e propria strage, bloccando la traiettoria di molti colpi esplosi e salvando la vita degli occupanti della casa.
I reati contestati
I reati che la Polizia di Stato e la Procura antimafia partenopea contestano all’uomo sono tentato omicidio, il porto e detenzione di arma da guerra e di arma comune da sparo e la ricettazione. Capi d’imputazione aggravati dal metodo mafioso.
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