Era una mattina dell’ottobre del 2015 quando Giuseppe Castaldo, gioielliere di Ercolano stava ritirando del contante dall’istituto di credito nei pressi degli scavi della cittadina vesuviana. Fu fermato da due uomini, uno dei due aveva un revolver, che gli ordinarano di consegnare tutto il denaro che aveva appena preso. Castaldo, sotto il tiro dell’arma dei due, che poi si sarebbe scoperto che era una replica quindi non pericolosa, prese la sua di pistola e sparò. che (era il 7 ottobre 2015) sparò a due dei componenti di una banda di rapinatori uccidendoli.
Il tribunale di Napoli: “Il fatto non costituisce reato”
Tutta la vicenda, che destò tantissimo scalpore compreso l’intervento del sottosegretario Matteo Salvini in difesa del gioiellier, per la prima sezione penale del Tribunale di Napoli non costituisce reato, e la stessa Procura di Napoli aveva chiesto l’archiviazione e, durante il dibattimento, l’assoluzione dell’uomo.
La morte di Luigi Tedeschi e Bruno Petrone, professionisti del furto
Giuseppe Castaldo, armato di pistola legalmente detenuta, fece fuoco contro Luigi Tedeschi e Bruno Petrone uccidendoli sul colpo. Tedeschi e Petrone avevano 4 complici che furono identificati e arrestati: Salvatore Esposito, Antonio Corvo, Addolorata Esposito ed Ernesto Labagnara. Sarebbero stati condannati un anno dopo a 6 anni di reclusione ciascuno.
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