A San Sebastiano al Vesuvio, nello stesso comune dove è stato ucciso il giovane Santo Romano nella notte tra l’1 e il 2 novembre, la movida continua a essere armata. I Carabinieri, nel corso delle loro operaizioni di controllo, hanno fermato un gruppo di giovanissimi in via Plinio il Vecchio. I ragazzi, tutti tra i 15 e i 18 anni, appaiono insospettiti e uno di loro più di tutti. Il 16enne si agita e quando un militare che lo sta perquisendo incontra la sagoma di una pistola, il giovane si dimena, lo spintona e si dà alla fuga. La corsa alla sua ricerca prosegue, prima lungo via Plino il Vecchio e poi lungo via Margherita di Savoia, a pochissima distanza dal luogo dove ha perso la vita poco più di un mese fa Santo Romano.
L’arresto del 16enne armato
I militari non perdono di vista il ragazzino che, una volta aperto un cancello pedonale, e procede su via Mario Falconi. Il 16enne scavalca un secondo cancelletto, chiuso, e lascia l’arma su un muretto e di essersi tolto il giubbino, probabilmente per eludere il successivo controllo. Proprio lì il ragazzo viene scovato, si era nascosto tra delle auto parcheggiate e viene trovato dagli altri carabinieri impegnati nel servizio a largo raggio che la centrale aveva allertato.
Ascoltato dai carabinieri, dirà di aver gettato della sostanza stupefacente e che era fuggito per paura. Sul muretto in realtà c’era una pistola a salve calibro 8 senza il tappo rosso. Il minorenne, nella notte, è stato arrestato. Dovrà rispondere di resistenza e porto di armi ed è stato trasferito nel centro di prima accoglienza dei colli Aminei. La pistola, invece, è stata sequestrata.
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