Non era stata la malavita, a bruciare il noto bar del centro storico di Napoli, né un atto intimidatorio per convicere i proprietari a cedere ad eventuali estorsioni. No, dietro il rogo che aveva bruciato Buco Pertuso ci sarebbe un 28enne della zona di piazza Mercato estraneo a gruppi e dinamiche criminali. La ragione dietro il gesto, un precedente litigio con una ragazza, frequentatrice abituale dell’attività di via Paladino. La notte tra il 30 e il 31 gennaio di quest’anno, le telecamere di videosorveglianza del locale hanno ripreso la scena immortalando i momenti in cui il rogo è stato innescato.
La lente della camera punta sull’ingresso di Buco Pertuso, lungo via Paladino, non lontano da piazza San Domenico Maggiore e dalla più vicina piazzetta Nilo. Un uomo si avvicina alla saracinesca del bar con una latta: all’interno, si presume, del liquido incendiario. Pochi momenti dopo, l’uomo appicca l’incendio e si allontana, salvo poi fare ritorno per lanciare una bottiglia contro la saracinesca bruciante per alimentare ulteriormente il rogo. Le riprese, fondamentali per ricostruire la dinamica della vicenda, hanno consentito agli investigatori di rintracciare il sospettato. Fermato in casa sua, gli agenti l’hannotrovato in possesso dagli agenti di vestiti compatibili con quelli immortalati dalla telecamera nel momento in cui avrebbe dato fuoco al locale.
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