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Bucopertuso, incendio nella notte distrugge il locale: origine dolosa

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Un rovinoso incendio, stanotte, ha devastato il noto locale Bucopertuso di via Paladino, nel cuore del centro storico di Napoli. Le fiamme hanno mangiato qualsiasi cosa, all’interno del locale, frequentatissimo da giovani e adulti, turisti e residenti, lasciando l’amaro in bocca ai proprietari dell’attività. La telefonata, viene reso noto dai gestori attraverso un post sui loro social, poco prima delle 4:30. Giunti sul posto, l’orrore della devastazione e la notizia: “L’incendio è di origine dolosa”. Ecco le parole che hanno affidato ai loro canali di comunicazione.

Il post dei proprietari dell’attività ridotta in cenere dal rogo

“Avevo la piccola Sole in braccio che stanotte non ne voleva proprio sapere; mi squilla il cellulare per tre volte da un numero sconosciuto; penso “Ah che scherzo del ca**o”, poi un’altra telefonata da un numero “visibile”; guardo l’orologio le 4:19. Uff, mando un whatsapp chiedendo chi fosse e cosa volesse. Mi risponde con un messaggio telegrafico: “polizia, ha preso fuoco il locale”. Mi precipito in via paladino mentre nella testa ho le facce di chi ci affianca da dieci anni; sfilano in testa come se stessi facendo un giro di giostra. Anni di lavoro, incontri e bene da proteggere. Arrivato mi accoglie un vigile del fuoco, mentre galleggio tra la veglia e il sonno che con una pacca sulla spalla mi omaggia di uno sguardo paterno, senza dire nulla. C’è un odore acre di plastica e ferro incandescente, futuro senza domani. Mi poggio sulle ginocchia senza sentire più niente. Sono vuoto. Vedo altri due giovani in divisa, con la coda dell’occhio, della polizia di stato. Mi avvicina il più anziano dei pompieri che mi dice: “è un incendio di origine dolosa”. Poi uno dei due ragazzi della ps si avvicina e mi chiede se avessimo avuto qualche frizione con qualcuno. Gli rispondo perentorio di no che non ne ho ricordo. Non sono tanti dieci anni ma ne succedono di cose. Mosso dall’ inconscio varco l’entrata del buco ed entro. Mi avvolge una nebulosa scura, non respiro, mentre mi bagno i piedi con l’acqua che mi entra dalle scarpe. Santa acqua. lo scroscio mi ridà un senso. Lo scorrere senza ritorno la migrazione senza dolore, la forza senza disfare le molecole. Santa acqua Questo luogo è la nostra casa è un sogno con le pareti è un’idea ma anche cemento ancorato su pietra lavica. La città dove l’acqua è lava che diventa terra. Ci batteremo ancora per tornare pietre come diamanti Vi vogliamo vicini, grazie a tutti”.

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