Comunione d’intenti tra i due governatori
Esclusioni e polemiche, questo il succo di quanto sta accadendo in merito al riparto dei fondi, circa 200 milioni, da destinare alle cosiddette zone rosse istituite nei comuni e nei luoghi indicati come focolai dell’infezione da sars-cov2. Fondi che, sic stant rebus, non andranno a tutti i comuni coinvolti, decisione che ha portato alla reazione del governatore campano Vincenzo De Luca e del collega Veneto Luca Zaia, per l’esclusione di numerosi comuni delle loro regioni.
La situazioni in Veneto e Campania
Sul fronte settentrionale Zaia denuncia la mancanza nel riparto di zone rosse istituite in Veneto, ricordiamo che Vò Euganeo fu insieme al Lodigiano la prima parte d’Italia dove si identificò la presenza del covid-19, puntando il dito sul fatto che, invece, siano rimaste molte di quelle lombarde e dell’Emilia Romagna. Ricorso al Tar e alla Corte Costituzionale, questo l’annuncio di Zaia per un decreto, a sua detta, offensivo per i veneti e che va buttato nel cestino e riscritto. “E’ sconcertante che si sia solo immaginato di escludere le ex zone rosse (Vallo di Diano, area Ariano Irpino) dal Fondo dedicato alle aree colpite gravemente dell’emergenza Covid”, questo l’intervento del presidente della giunta regionale campana, che ha chiesto la correzione immediata da parte del governo di questa disposizione.
L’appello dell’ex sindaco di Ariano Irpino
“Al di là delle ragioni, giuridiche o politiche che siano, il Comune di Ariano Irpino, di fatto, al pari degli altri Comuni campani dichiarati zona rossa, ha subìto un ulteriore danno: la beffa”. Queste le parole di Enrico Franza, sindaco di Ariano Irpino, sino a gennaio 2020, che si è rivolto ai consiglieri regionali e a tutti i parlamentari campani affinché, messe da parte le appartenenze politiche, possano lottare insieme per il territorio.