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Omofobia a Succivo: “Cacciali dal locale”. Il racconto di Lioniello

Nuovo episodio di discriminazione omofoba in una pizzeria. Dopo il caso che aveva allibito Napoli che aveva avuto come protagonista il titolare della nota pizzeria “Dal Presidente” di via Tribunali, è toccato stavolta a un ristoratore del casertano. A differenza di quella volta, però, in questo caso il titolare del ristorante, Salvatore Lioniello, ha assistito alla scena e ha reagito in questo modo.

Salvatore Lioniello racconta l’episodio di omofobia nel suo locale

Erano in quattro, al tavolo, e trascorrevano una serata come tante in pizzeria, quando, mentre il titolare dell’attività parlava con un gruppo di altri commensali, sono partite le offese e i commenti discriminatori. “Non far entrare più quegli omosessuali nel tuo locale“: questo il senso delle parole ben più colorite pronunciate dai poco più che 20enni al tavolo dove si trovava Salvatore Lioniello, della pizzeria Lioniello di Succivo, nel casertano. Il ristoratore, che quando può gira sempre tra i suoi ospiti per avere il polso della situazione all’interno dell’attività di famiglia, racconta di non aver inizialmente capito a cosa si riferissero i giovani: sala piena, persone in attesa fuori. Poi, il dito puntato, lo sguardo che coglie il dettaglio delle unghie “pittate” e la disapprovazione.

“La cosa che più mi ha colpito è stata che a fare quel commento non siano state delle persone dell’età di mia madre ma quelli delle nuove generazioni”, ha raccontato Lioniello. “Sia chiaro, anche quelli delle vecchie generazioni dovrebbero smetterla e capire che chiunque deve poter essere così come vuole, ma il fatto che siano stati dei ragazzi di 20 anni è molto triste: significa che c’è qualcosa di sbagliato a monte, significa che hanno ancora la mente chiusa”.

Discriminazione attiva e omofobia latente

Sarebbero stati da cacciare dal locale, dunque, perché uno di loro aveva lo smalto sulle unghie. Un pretesto deprecabile, contro cui il pizzaiolo del casertano ha reagito immediatamente con parole di ammonimento. “In certi casi servirebbe un po’ più di tempo per reagire, per pensare prima di parlare”, racconta a mente fredda il ristoratore. “Alcuni sotto al post sui social mi hanno chiesto “Perché non li hai cacciati?”. Ti dico la verità, preferisco insegnare invece che punire. Lo dico anche con chi lavora qui nel mio locale: spiegate al cliente quello che mangia, così capisce, impara e apprezza. Ecco, era quello lo scopo del mio sfogo su Internet“.

Dopo la chiusura del locale, racconta Lioniello, il ricordo di quanto visto non voleva abbandonarlo. Così, tornato a casa, il ristoratore ci ha rimuginato su e, una volta laborata la scena alla quale aveva assistito, ha scelto di agire in questo modo. Unghia smaltate anche per lui, da lì in poi. Un gesto piccolo, ma di rottura: un protesta simbolica contro gli stereotipi e le discriminazioni di genere. “Chiaramente ho ricevuto tanti commenti negativi da parte di gente preoccupata per lo smalto sul posto di lavoro: ci tengo a dirlo, quando cucino indosso sempre i guanti di lattice, per evitare contaminazioni”. Poi, l’ulteriore gesto di Lioniello. “Ho deciso di realizzare una vera e propria pizza contro l’omofobia: tutto il ricavato lo useremo per organizzare eventi dedicati oppure lo devolveremo a qualche associazione sul territorio”, racconta il ristoratore, precisando poi come il tutto sia ancora in fase di definizione.

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