Dai cittadini ai rappresentanti delle istituzioni, ecco come tutti si stanno stringendo attorno alla famiglia ferita nel corso della stesa avvenuta a Sant’Anastasia nella tarda serata di ieri.

La paura nelle parole dei cittadini

“C’erano tanti bambini qui, c’era una festa“. Così racconta un cittadino del comune di Sant’Anastasia che, ieri sera, si trovava nei dintorni del luogo dei fatti. Nelle sue parole, pronunciate a voce ancora tremolante, la fotografia di un orrore che difficilmente dimenticherà. “A un certo punto tutti a piangere, è stata una cosa bruttissima“. Tra i dipendenti delle attività di ristorazione della zona l’aria è pesante: “Una vergogna, è tutta una vergogna: nemmeno più un gelato a un bar, si può prendere…”, ci ha risposto demoralizzato un barista. “La sera non ci resta che rinchiuderci a casa“, ha poi concluso, affranto. “Indescrivibile, nel centro di un paese”, è stato il commento di un altro concittadino che, senza filtri, non contiene lo sgomento: “Viviamo in un brutto periodo“.

Le parole del primo cittadino vesuviano

A una manciata di ore dai fatti, il sindaco del comune di Sant’Anastasia, Carmine Esposito, ha confermato di star preparando una lettera ufficiale indirizzata alla Prefettura di Napoli e poi un’altra, destinata invece al Ministero degli Interni. “Sono addolorato e sbigottito di quanto accaduto ieri sera e del coinvolgimento di persone innocenti, prima di tutto una bimba di dieci anni che stava semplicemente mangiando un gelato con i genitori”, ha scritto il primo cittadino sui suoi canali social. “I giovani che hanno esploso dieci colpi in pieno centro cittadino sono espressione di una devianza da combattere con tutti i mezzi. Le immagini acquisite dal nostro impianto di video sorveglianza sono state subito consegnate alle forze dell’ordine. Questo non è il tempo delle polemiche ma dell’unità, dobbiamo tutti combattere perché non accada più e io sarò in prima linea, così come le forze dell’ordine che in questi territori devono lottare per garantire la nostra sicurezza con pochi uomini e mezzi. Intanto preghiamo tutti perché la bambina di soli dieci anni, attualmente ricoverata al Santobono, possa superare in breve tempo questo orrore che l’ha coinvolta”.

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